
KORA – La pietra di Artfis
Autore: Frederik Mc Mark
Genere: Fantasy – Fantascienza – Avventura – Thriller magico
Un Prologo di portata intergalattica
L’opera si apre con un prologo dal respiro ampio e cinematografico, ambientato nell’anno terrestre 3723. In un mondo segnato dalla frammentazione geopolitica e da un’esplorazione spaziale ormai consolidata, la navetta Leonardo da Vinci dell’Ente Spaziale Europa Unita (ESEU) durante una missione si imbatte nel pianeta Kora, la scoperta delle ricchezze presenti sul pianeta cambieranno per sempre la storia dell’umanità. Gli umani vengono a contatto con una civiltà sviluppata su basi magiche, con cui effettuano degli scambi riportando sulla terra una pietra e diversi libri. La cui traduzione narra le vicende oscure della La pietra di Artfis.
Un’epopea scientifico-magica
Frederik Mc Mark orchestra con maestria un’epopea che fonde la solidità della fantascienza hard – con i suoi dettagli tecnici, la ricerca scientifica e l’ingegneria avanzata – alla libertà narrativa e simbolica del fantasy più puro. Gli scienziati terrestri lavorano per secoli allo sviluppo di nuove tecnologie capaci di incanalare l’energia della pietra, generando nuovi materiali (Matt1, Matt2 e Matt3) e costruendo astronavi di una potenza mai vista, le K0 e le L0. Allo stesso tempo, i maghi di Kora con la voce impiegano le pietre magiche per influenzare la realtà, costruire strutture millenarie e addirittura manipolare la materia. In KORA – La pietra di Artfis, l’universo non è più diviso tra reale e irreale, tra tecnologia e incantesimo: è una fusione cosmica, dove il sapere antico e quello moderno diventano strumenti per affrontare sfide comuni, per difendere il pianeta, per sopravvivere… o per dominare.
Un mondo ricchissimo di dettagli
Una delle caratteristiche più affascinanti e strutturalmente solide di KORA – La pietra di Artfis è l’imponente costruzione del mondo narrativo. Frederik Mc Mark dimostra un talento raro nel creare non solo una semplice ambientazione fantasy, ma un vero ecosistema narrativo, coerente, stratificato, vivo. Kora non è solo uno sfondo esotico per le vicende dei protagonisti: è un organismo complesso, pulsante, con la propria storia, le proprie leggi, le proprie contraddizioni.
Kora è divisa in Stati sovrani, ciascuno con il proprio calendario e cultura, nelle prime pagine viene fornito un intero glossario con traduzioni magiche, unità di misura (econ, lota, gelt), strutture temporali e informazioni sulla flora, fauna, simbologie e materiali. La costruzione del mondo è enciclopedica, degna delle saghe più amate della letteratura fantasy e fantascientifica – da Dune a Il Signore degli Anelli, da Hyperion a La Ruota del Tempo. Ma qui il mondo non è solo costruito per stupire: è vissuto. Le sue regole modellano le azioni dei personaggi, determinano le loro scelte, definiscono il peso delle alleanze e delle guerre.
In questo senso, Kora è un universo che respira, che evolve, e che si impone nella mente del lettore come una realtà parallela perfettamente funzionante. Una vera lezione di world-building.
Il protagonista: Rad, l’assassino carismatico
Rad è molto più di un semplice protagonista: è un archetipo ribaltato, un personaggio dal fascino oscuro, la cui complessità emerge sin dalle prime pagine del romanzo. È un assassino professionista, sì, ma anche un uomo capace di riflessione, di ironia tagliente e, soprattutto, di una lucidissima coscienza di sé. Fin dall’esordio nel primo capitolo, Mc Mark ce lo presenta in un contesto apparentemente banale – seduto a un tavolo, con una birra in mano nella piazza di Pampuval – ma è proprio in questa cornice di quiete apparente che iniziano a vibrare le corde più profonde del personaggio. Da lì si avvia una nuova avventura che lo porterà a partecipare a un torneo segreto e a entrare in possesso di un cavallo azzoppato, Xamal, che curerà con un unguento magico ottenuto da una strega… che lui stesso ha ucciso.
Magia, passione e oscurità
Il romanzo alterna momenti di introspezione e romanticismo a scene di grande tensione, come quelle ambientate negli uffici giudiziari imperiali, in cui Rad – con astuzia e forza bruta – riesce a ottenere la liberazione del cavallo destinato al macello. Non mancano momenti sensuali, come la notte trascorsa con Naim, figlia dell’albergatore, che si innamora di Rad pur sapendo che il suo cuore è destinato altrove: alla battaglia, al mistero, al sangue.
Una narrazione visiva e immersiva
Uno degli elementi che rendono KORA – La pietra di Artfis un romanzo avvincente e memorabile è senza dubbio la forza visiva e immersi va della scrittura di Frederik Mc Mark. L’autore adotta uno stile diretto ma sfaccettato, vivace ma mai banale, capace di trasformare ogni scena in un’esperienza cinematografica. Ogni parola, ogni descrizione, ogni gesto è calibrato con precisione, come se l’autore dipingesse a colpi di pennello le immagini di un mondo alternativo, concreto e pulsante.
Mc Mark dimostra una padronanza straordinaria nella gestione del ritmo narrativo: alterna momenti di introspezione psicologica a scene d’azione serrata, riflessioni filosofiche a dialoghi tesi e ironici, ambientazioni descrittive a sequenze magiche ad alto impatto visivo. Il lettore si ritrova immerso nelle piazze delle città-stato, tra i mercati affollati di spezie e creature esotiche, nei silenzi ancestrali delle montagne magiche, senza mai perdere il filo della narrazione.
Le descrizioni sono dettagliate, ma non ridondanti: non appesantiscono la lettura, ma la nutrono, offrendo coordinate precise per orientarsi in un universo complesso. Ogni elemento – dagli incantesimi sussurrati in latino rituale, ai simboli magici incisi nella pietra, dai dialoghi tra ufficiali, ai resoconti storici riportati nei tomi della biblioteca di Niuheb – contribuisce a costruire un senso profondo di coerenza interna. Nulla è lasciato al caso: ogni aspetto del mondo narrato ha una funzione, una storia, una logica che si intreccia con le vicende dei personaggi.
Temi principali
Il potere e la conoscenza:La pietra di Artfis è più di una semplice pietra: è un simbolo. Rappresenta il cuore pulsante del romanzo, l’epicentro di ogni conflitto. In essa si concentra il desiderio umano di dominare, di superare i limiti, di sottomettere la natura alla propria volontà. Ma come ogni potere assoluto, nasconde un prezzo. Il romanzo invita a riflettere su quanto possiamo davvero controllare ciò che non comprendiamo fino in fondo, e su quanto la brama di conoscenza possa condurre alla rovina tanto quanto alla salvezza.
Conflitto tra scienza e magia: La narrazione esplora con profondità l’intersezione tra tecnologia avanzata e sapere arcano. Gli scienziati terrestri e i maghi di Kora rappresentano due visioni del mondo: razionale contro intuitiva, analitica contro simbolica. Ma il confine si sfuma sempre di più man mano che il racconto procede.
Libertà vs controllo: Il mondo di Kora è dominato da Stati autoritari, spesso repressivi, in cui la legge imperiale regola ogni aspetto della vita. Il lettore avverte il peso della sorveglianza, della militarizzazione, della burocrazia onnipresente. Eppure, emergono voci dissonanti: personaggi che sfidano l’ordine costituito, che cercano la fuga, il cambiamento, la ribellione. La tensione tra sottomissione e autodeterminazione è uno dei fili conduttori dell’intero romanzo, e si riflette tanto nelle scelte dei protagonisti quanto nei macro-eventi politici.
Identità e metamorfosi: Rad è un uomo con cararttere border-line che si adatta a sopravvivere. Ma è anche un personaggio in perenne conflitto con se stesso, in cerca di un senso, di una casa, di un’identità che non sia solo quella di assassino o strumento. Il tema della metamorfosi – fisica, morale, esistenziale – attraversa la sua vicenda e si riflette in una condizione universale: quella di chi cerca di essere più di ciò che il mondo ha deciso che debba essere.