Non sono mai diventata grande di Mirella Pieroni

🌸 Non sono mai diventata grande di Mirella Pieroni
Una raccolta poetica sull’anima ferita, il tempo e la memoria

“Non sono mai diventata grande” non è soltanto il titolo di una poesia, ma il cuore pulsante dell’intera opera. È una confessione sussurrata, una presa di coscienza, una dichiarazione d’identitĂ  che attraversa tutte le pagine della raccolta. Con questa espressione dolente e potente allo stesso tempo, Mirella Pieroni ci introduce in un universo poetico intimo, autentico, fatto di emozioni trattenute, nostalgie brucianti, riflessioni profonde e sguardi che non smettono mai di cercare il senso.

Il libro, pubblicato da Versi Edizioni nell’ottobre 2024, è una silloge poetica che si presenta come un diario dell’anima, un percorso interiore disseminato di immagini vive, simboli carichi di significato e parole che si fanno carne, voce, memoria. Non è una raccolta da leggere distrattamente: richiede tempo, silenzio, disponibilità all’ascolto. Ma in cambio, offre molto di più di versi: offre compagnia, conforto, specchi in cui riconoscersi.

La scrittura della Pieroni è fluida, musicale, immediata, ma mai banale. Ogni poesia è una stanza aperta sul vissuto, e ogni lettore può entrarvi in punta di piedi, riconoscendosi in frammenti di vita che parlano di amore, perdita, desiderio, delusione, speranza, lutto, infanzia, maternità, solitudine. L’autrice attraversa la sua interiorità come si attraversa un paesaggio noto e temuto allo stesso tempo, con la consapevolezza che anche i dolori più antichi possono trasformarsi in bellezza quando trovano parole capaci di nominarli.

Ciò che rende unica questa raccolta è il suo respiro psicologico profondo: Non sono mai diventata grande è un’opera sulla sopravvivenza emotiva, sull’incapacità – o forse sulla scelta – di non spegnere mai del tutto la propria sensibilità, nemmeno davanti alle ferite più grandi. La voce poetica che emerge da queste pagine è quella di una donna che ha visto molto, ha perso molto, ha vissuto intensamente e continua, nonostante tutto, a cercare senso e verità nella parola poetica.

Questa non è una poesia che vuole stupire, ma che vuole restare. I versi di Mirella Pieroni parlano sottovoce, ma arrivano lontano. Si fanno compagnia per chi si sente solo, si fanno abbraccio per chi è stato respinto, si fanno voce per chi non è stato ascoltato. Leggerli significa immergersi in un flusso emozionale che non conosce scorciatoie né maschere, ma solo verità – magari dolorose, magari scomode, ma sempre sincere.

Questa raccolta si fa carico del compito nobile e antico della poesia: custodire ciò che rischia di andare perduto. I ricordi, gli affetti, le persone care, i momenti di grazia, i dolori silenziosi, i traumi non detti – tutto trova spazio e forma in queste pagine. E così il libro diventa anche un luogo della memoria, un altare emotivo dove l’autrice deposita i frammenti della propria vita, con rispetto, con pudore, ma anche con coraggio.

“Non sono mai diventata grande” è, in definitiva, un libro necessario. Per chi ha amato, per chi ha sofferto, per chi ha cercato un senso nei giorni bui, per chi ha il cuore ancora aperto al mistero della vita. Un libro da leggere, da rileggere, da custodire come si custodisce una lettera scritta da qualcuno che ci conosce nel profondo.

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Non sono mai diventata grande – Mirella Pieroni


💔 Un dialogo tra la bambina e la donna

Fin dalla poesia d’apertura – quella che dĂ  il titolo alla raccolta – emerge un tema fondamentale: la convivenza tra l’infanzia che sopravvive e l’etĂ  adulta che impone le sue regole. La voce poetica si muove tra questi due poli, tra sogni non dismessi e cicatrici dell’esperienza, come nel bellissimo componimento “Bambina sei”, dove la protagonista si aggrappa a illusioni che il tempo scardina con ferocia.

Il tempo è onnipresente, ma non come qualcosa che si misura: piuttosto, come qualcosa che si sente. È lo stesso tempo che “scava gli occhi come laghi prosciugati”, ma che non riesce mai davvero a spegnere il bisogno d’amore, di accoglienza, di comprensione.


🧠 Una lettura psicologica: la poesia come terapia

Da un punto di vista psicologico, l’opera è un grido silenzioso, una confessione intima che spesso assume le sembianze di una lettera mai spedita. I componimenti si nutrono di inquietudine, solitudine, ferite non sanate, e trovano il loro culmine nell’idea di una resilienza dolente, fatta di cadute, ma anche di tentativi continui di rialzarsi.

Il “non diventare grande” è qui una resistenza emotiva: non una debolezza, ma una forma di protezione contro un mondo indifferente, che non sa più ascoltare. Le poesie parlano di traumi familiari, di relazioni complicate, di lutti non elaborati (commoventi quelle dedicate al fratello e ai genitori), ma anche di maternità, in un equilibrio costante tra amore e paura di perdere.

Nel linguaggio poetico di Pieroni, la metafora è psicoanalisi: la bolla di sapone, la foglia che cade, il muro, il baule dei ricordi – ogni immagine è un simbolo dell’interiorità che fatica a comunicare con l’esterno, ma che si esprime in tutta la sua forza nei versi.


🌧️ Liriche del sentire autentico

Ogni poesia contenuta in Non sono mai diventata grande è molto più di un componimento lirico: è una pagina di diario, una confidenza sussurrata a chi sa ascoltare, una cicatrice che prende parola. Mirella Pieroni scrive con l’inchiostro dell’anima, e questo rende ogni verso vero, necessario, vivo. C’è in questa raccolta una densità emotiva che non può essere ignorata, una presenza costante del sentire in tutte le sue sfumature – dalla malinconia sottile alla rabbia travolgente, dalla nostalgia struggente alla speranza fragile ma tenace.

Poesie come Indifferenza, La corrente, La rabbia, Facile è ferirmi o Senza pelle affrontano il tema della fragilità emotiva con una lucidità che non scade mai nella disperazione sterile. Al contrario, in questi versi la sofferenza diventa parola, gesto, immagine. Sono componimenti che parlano di dolore interiore, di solitudine non scelta, di quel senso di inadeguatezza che spesso accompagna le anime piÚ sensibili in un mondo troppo ruvido. Le emozioni non vengono mai trattenute, ma neppure ostentate: sono filtrate attraverso la delicatezza dello sguardo poetico, che sa nominare anche ciò che sembra indicibile.

Indifferenza, per esempio, è un piccolo capolavoro di introspezione: un corpo e un’anima invasi da grida silenziose, da lacrime invisibili, da un bisogno disperato di essere visti e ascoltati. In La rabbia, invece, l’autrice dà voce a un’emozione spesso temuta e repressa, restituendole la sua potenza naturale, come se la rabbia fosse un uragano interiore che, dopo aver devastato, permette finalmente una rinascita. Facile è ferirmi e Senza pelle sono ritratti dolenti e precisi di una vulnerabilità che non è debolezza, ma capacità estrema di sentire, di empatizzare, di non alzare difese anche quando sarebbe più semplice farlo.

Accanto a queste liriche potenti e cupe, troviamo componimenti che rappresentano veri spiragli di luce, momenti in cui la bellezza – seppur effimera e incerta – riesce a insinuarsi nel buio, portando sollievo e meraviglia. Il quadro è un desiderio accorato di un giorno perfetto, di un attimo di pura felicità da custodire come un’opera d’arte. Settembre è la malinconica poesia della fine dell’estate, che si colora però di sfumature calde, di tramonti lenti, di silenzi pieni di significato. Sorrido è forse la più luminosa, quella in cui la poetessa riconosce che, nonostante tutto, la felicità esiste ancora nei gesti semplici, nello sguardo delle figlie, nel sorriso di una nipotina, nel canto degli uccelli al mattino.

Questi attimi sospesi non negano il dolore, ma lo abbracciano senza giudizio, come si fa con un vecchio amico. È questo l’equilibrio che rende le liriche della Pieroni autentiche: la consapevolezza che la sofferenza e la bellezza non sono opposti, ma convivono, si sfiorano, talvolta si fondono. Anche la tristezza può essere poetica, se guardata con occhi che sanno coglierne la profondità.

In questa raccolta, ogni emozione è dignitosa. Non esistono sentimenti di serie A o di serie B. Tutto ciò che è umano ha diritto di cittadinanza nella parola poetica: la rabbia, la stanchezza, il desiderio di scomparire, il bisogno di amore, la nostalgia, la paura, la gratitudine, la tenerezza. E ogni parola, ogni immagine, ogni silenzio tra i versi, ci ricorda che la poesia non serve solo a raccontare, ma anche – e forse soprattutto – a resistere, a guarire, a sperare.


📚 Una lettura da consigliare a…

Questo libro è per chi:

  • ha un’anima sensibile e non ha paura di ascoltarla;
  • vive con nostalgia e sa che ogni ricordo è anche una lezione;
  • cerca nella poesia un conforto, una forma di terapia emotiva;
  • vuole leggere versi sinceri, che non cercano artificio ma veritĂ .

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✍️ Conclusione

Non sono mai diventata grande è un’opera che resta. Non solo per la qualità letteraria, ma per la forza con cui ci ricorda quanto sia difficile – eppure vitale – restare in contatto con se stessi, anche quando il mondo chiede altro. Mirella Pieroni ci mostra come, attraverso la poesia, sia possibile dare voce a quelle parti di noi che spesso restano mute, e che invece meritano ascolto, compassione e cura.

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One thought on “Non sono mai diventata grande di Mirella Pieroni

  1. Una presentazione accurata , profondamente sentita, straordinaria per profonditĂ  di accoglienza delle emozioni. Raro trovare una partecipazione cosĂŹ completa. Lavoro geniale.

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