Oltre l’ultima stazione

OLTRE L’ULTIMA STAZIONE: IL ROMANZO CHE SFIDA IL FUTURO E I SUOI INCUBI

Nella società schiacciata dalla tecnologia, può esistere ancora la libertà? Irene Dilillo ce lo racconta in un’avventura distopica che scava nell’anima.

Ci sono romanzi che si leggono e si dimenticano, e poi ci sono storie che ci investono come un treno in corsa, lasciandoci senza fiato. Oltre l’ultima stazione, di Irene Dilillo, appartiene alla seconda categoria. Una distopia feroce e poetica, un viaggio nell’oscurità di un futuro che ha bandito la natura e le emozioni in nome del progresso. È un’opera che non si limita a intrattenere, ma scava nelle pieghe più oscure della società e dell’essere umano, restituendoci un’eroina indimenticabile: Kya.

Un mondo di macerie e speranza

La storia si ambienta in un futuro dominato da un regime totalitario che ha trasformato gli esseri umani in ingranaggi di una macchina perfetta, fredda e senza cuore. In questa distopia spietata, dove la natura è stata cancellata e la libertà è solo un’eco lontana, Kya è una schiava, un numero tra milioni di vite piegate dal sistema. Ma la sua esistenza cambia radicalmente quando scopre il cadavere di un uomo bianco, stringendo nel pugno un fiore proibito: un iris viola. In quel gesto c’è più di un mistero: c’è la possibilità di un’altra realtà, di un passaggio verso un mondo parallelo che non è solo leggenda.

Un viaggio tra anime ribelli e ombre artificiali

Con il cuore carico di sogni e paure, Kya si imbarca su un treno verso una destinazione ignota. Ogni stazione è una rivelazione, ogni incontro un pezzo di verità sepolta. Tra le sue alleate ci sono figure straordinarie: shamani, donne di medicina che custodiscono il sapere ancestrale, e persino sofisticati androidi con più umanità dei loro padroni. In questo cammino di lotta e risveglio, il confine tra il reale e il fantastico si sfuma, e la protagonista si troverà di fronte alla domanda più difficile: cosa significa davvero essere liberi?

Una narrazione potente e viscerale

La scrittura di Irene Dilillo è un’arma affilata. Ogni pagina trasuda emozione e denuncia, mentre il ritmo serrato incolla il lettore alla storia. Kya non è solo un personaggio: è un simbolo, una Venere nera ribelle che reclama il diritto di esistere, di sognare, di amare. È la voce di tutti coloro che sono stati schiacciati dal potere, ma non hanno mai smesso di lottare.

Dietro il romanzo si cela anche un profondo legame con la storia reale. L’ispirazione arriva da Lydia Maria Child, attivista per i diritti degli afroamericani, e dalla ferrovia sotterranea, la rete clandestina che nell’Ottocento permise agli schiavi di fuggire verso la libertà. Come allora, anche in Oltre l’ultima stazione la fuga è un atto di resistenza, una sfida al destino imposto.

Un romanzo da leggere e rileggere

Se siete amanti della fantascienza distopica alla The Handmaid’s Tale, se avete apprezzato le atmosfere di Blade Runner o 1984, questo libro è una lettura obbligata. Ma Oltre l’ultima stazione non è solo un romanzo di genere: è un grido di libertà, una riflessione sul futuro che ci attende e sulle scelte che possiamo ancora fare.

Il viaggio di Kya è appena iniziato. Siete pronti a seguirla oltre l’ultima stazione?

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