Per tutti i giorni che vorrai di Francesca Casati

Per tutti i giorni che vorrai di Francesca Casati

Un romanzo di formazione, amore e bugie a fin di bene

Nel panorama sempre più ricco e diversificato della narrativa contemporanea, Per tutti i giorni che vorrai di Francesca Casati emerge come una voce autentica, intensa e profondamente empatica. Questo romanzo non è soltanto una storia d’amore: è un ritratto vivido e toccante della giovinezza, con tutte le sue contraddizioni, le sue paure e i suoi slanci. Casati riesce a mescolare con rara sensibilità il candore acerbo dell’adolescenza con l’intensità travolgente dei sentimenti più puri, restituendo al lettore un affresco emotivo che vibra di verità psicologica e tensione narrativa.

L’autrice ci conduce con delicatezza nel mondo interiore dei protagonisti, dove ogni gesto, sguardo o parola contiene un universo di significati. La vertigine della prima passione, il desiderio di essere riconosciuti, le insicurezze di chi ancora non sa bene chi vuole diventare: tutto ciò viene esplorato con una scrittura diretta ma poetica, che sa entrare nel cuore e farci rivivere quelle emozioni che forse avevamo dimenticato.

Il romanzo si interroga sul senso dell’identità e sull’illusione della maturità precoce, mostrando come a volte siano proprio le bugie — quelle dette per proteggere, per appartenere, per amare — a rivelare la fragilità e la bellezza dell’essere umani. Le scelte dei personaggi, talvolta sbagliate, talvolta impulsive, non sono mai giudicate, ma comprese nella loro profonda umanità. È questa la forza del libro: non offrire risposte semplici, ma invitare a riflettere, a sentire, a guardarsi dentro.

Per tutti i giorni che vorrai è stato pubblicato nel 2025 dalla casa editrice bookabook, nota per il suo approccio innovativo alla promozione della lettura e alla selezione delle opere. Il romanzo è infatti il frutto di un percorso editoriale duplice: prima valutato e selezionato da editor professionisti, poi sostenuto da un pubblico di lettori che lo ha scelto e finanziato attraverso una campagna di crowdfunding. Questo processo di pubblicazione partecipata dona all’opera un valore aggiunto: ogni pagina porta con sé l’energia di chi ha creduto nella storia ancora prima che arrivasse sugli scaffali.

👉 Il romanzo è oggi disponibile in formato cartaceo e digitale sia sul sito ufficiale della casa editrice bookabook.it sia su Amazon, pronto per conquistare nuovi lettori, per tutti i giorni che vorranno lasciarsi emozionare.


Sara e Matteo: l’incontro che cambia tutto

La protagonista, Sara, è una ragazza di sedici anni che frequenta il liceo scientifico a Milano, gioca a tennis e vive una quotidianità scandita da amicizie solide, abitudini familiari e sogni ancora indefiniti. È sportiva, brillante, sensibile, ma anche fragile nel modo in cui ogni adolescente lo è: in cerca di sé stessa, di uno spazio tutto suo nel mondo, di uno sguardo che la riconosca per ciò che potrebbe diventare, e non solo per ciò che è.

Questa ricerca identitaria incontra uno spartiacque decisivo: Matteo, un giovane architetto di ventisei anni, bello, affascinante, educato, che lavora al bar del club sportivo che lei frequenta da anni. L’incontro tra i due avviene per caso, ma si carica subito di una tensione emotiva potente, fatta di sguardi, battiti accelerati, curiosità reciproca e silenzi pieni di significato. È l’inizio di qualcosa che assomiglia a un gioco… ma è un gioco che rischia di travolgere entrambi.

Sara, spinta dal desiderio di piacere e dalla paura di non essere all’altezza, mente sulla sua età. In un istante, cancella dieci anni di differenza, e ne dichiara solo cinque. Da sedici a ventuno: è questa la bugia che le permette di sentirsi più vicina a quell’uomo adulto che l’ha colpita così profondamente. Non è una menzogna fredda o calcolata, ma una reazione istintiva, un gesto di autodifesa e di autoaffermazione. Il bisogno psicologico alla base di questa scelta è quello di essere vista come donna, non più come ragazzina. E in quel momento, diventare qualcun’altra le sembra l’unico modo per sentirsi all’altezza del sentimento che sta nascendo.

Da quel momento in poi, si innesca una dinamica complessa e delicata. Sara vive un conflitto interiore crescente: da un lato si sente viva, desiderata, apprezzata da un uomo che la fa sentire unica; dall’altro avverte il peso della menzogna, il senso di colpa che cresce giorno dopo giorno, il timore costante di essere scoperta. La sua psicologia è attraversata da un’altalena emotiva: euforia e ansia, attrazione e paura, slancio e riflessione. Ogni parola detta, ogni gesto compiuto è filtrato dalla consapevolezza del fragile equilibrio su cui si muove la loro relazione.

Matteo, a sua volta, è un uomo che ha conosciuto la delusione e il tradimento. Reduce da una relazione finita male, è in un momento della sua vita in cui ha bisogno di sincerità e leggerezza, di qualcuno che lo faccia sentire di nuovo vivo. In Sara vede spontaneità, dolcezza, una freschezza emotiva che lo conquista e lo confonde. Non sospetta la verità, ma percepisce che quella ragazza ha qualcosa di diverso, una luce che lo attrae e lo spaventa al tempo stesso. Anche per lui, l’attrazione diventa un percorso psicologico, in cui il bisogno di connessione si scontra con l’istinto di protezione e il timore di ripetere gli errori del passato.

Il loro legame cresce, ma è costruito su una base instabile: una verità non detta, una distanza d’età che pesa, un’identità che non è ancora del tutto formata. Francesca Casati è abilissima nel raccontare questo rapporto con delicatezza, senza mai giudicare, ma anzi scavando nelle motivazioni profonde dei personaggi. Sara non è colpevole, è in formazione. Matteo non è colpevole, è in ricerca. Entrambi si muovono nel terreno scivoloso del desiderio e della vulnerabilità, portando con sé i dubbi, le emozioni, i sogni e le paure che appartengono a ogni essere umano, soprattutto quando l’amore arriva senza preavviso.


Un amore tra luci e ombre

Francesca Casati affronta con coraggio un tema estremamente delicato e potenzialmente controverso: l’amore tra una minorenne e un uomo adulto. Tuttavia, lo fa con una tale grazia narrativa e profondità psicologica da evitare ogni forma di giudizio superficiale o di spettacolarizzazione. Non c’è scandalo gratuito, né morbosità; al contrario, l’autrice costruisce un percorso narrativo intimo, introspettivo, in cui le emozioni — anche le più scomode — vengono trattate con rispetto e autenticità.

Il cuore del romanzo non è la provocazione, ma il bisogno di essere visti e riconosciuti per ciò che si è realmente, un bisogno che accomuna Sara e Matteo, pur nella loro distanza generazionale. Entrambi portano dentro ferite invisibili: Sara vive in bilico tra adolescenza e desiderio di autonomia, mentre Matteo è un giovane uomo che porta addosso le cicatrici di una storia d’amore naufragata, deluso da un passato che ancora lo condiziona. Sono anime disallineate ma affini, unite dalla stessa fame di connessione emotiva, di ascolto, di calore umano.

Sara non è una bambina ingenua, ma nemmeno una donna matura: è un’adolescente che sperimenta per la prima volta la forza del desiderio e l’ebbrezza dell’essere desiderata. Mentire sull’età non è un atto calcolato, ma un gesto istintivo e disperato, che nasce dal suo bisogno profondo di essere presa sul serio, di sentirsi finalmente vista come adulta, come uguale. È una strategia di sopravvivenza psichica, una forma di difesa contro la paura di non essere mai abbastanza, contro quella sensazione diffusa e tipicamente adolescenziale di “inadeguatezza ontologica”.

Il suo è un viaggio identitario fatto di bugie e paure, ma anche di scoperta e desiderio. Dietro la “bugia a fin di bene” si nasconde un’urgenza esistenziale: quella di appartenere a un mondo che ancora non le appartiene, di bruciare le tappe per diventare qualcosa di diverso, di più forte, di più accettabile.

Dall’altra parte, Matteo non è il cliché dell’uomo che approfitta della fragilità altrui. Anzi, è una figura spezzata, ancora segnata da un tradimento che lo ha disilluso e reso cauto, forse persino cinico. Nel legame con Sara, egli riscopre una dimensione emotiva pura e inattesa, che lo destabilizza. Per lui, Sara rappresenta un’energia nuova, una luce che filtra nelle crepe della sua delusione, ma anche una responsabilità che inizia a percepire solo col tempo, man mano che il rapporto si approfondisce e che l’illusione inizia a scontrarsi con la realtà.

Il romanzo indaga così il confine sottile tra ciò che è giusto e ciò che è desiderato, tra ciò che è legittimo e ciò che è emotivamente autentico. In questo spazio grigio — lontano dalle regole, vicino al cuore — i personaggi si muovono con esitazione, con timore, ma anche con una sincerità che li rende umani fino in fondo.

Il lettore si ritrova a parteggiare per entrambi, anche se sa che ciò che li unisce nasce da un presupposto falsato. Eppure, Casati riesce nell’impresa di farci empatizzare con loro nonostante tutto. Perché ciò che racconta non è solo una relazione inaspettata, ma il bisogno universale di essere amati, accolti, visti davvero.

Alla fine, ciò che colpisce di più non è tanto la trama in sé, quanto il modo in cui l’autrice scava nella psicologia dei suoi protagonisti, restituendo un ritratto autentico delle contraddizioni dell’animo umano: la vulnerabilità mascherata da sicurezza, la paura celata sotto il desiderio, la speranza che resiste anche quando la verità minaccia di distruggere ogni cosa.


Un linguaggio fresco, autentico, cinematografico

Uno dei punti di forza indiscussi del romanzo è lo stile narrativo scelto da Francesca Casati: una scrittura diretta, essenziale, ma mai banale. È un linguaggio che non cerca artifici, ma verità. Frasi agili, dialoghi brillanti, ritmo incalzante: tutto concorre a creare un’atmosfera emotivamente vivida, in cui il lettore non solo osserva i personaggi, ma vive con loro, sente ciò che sentono, respira le stesse inquietudini.

La freschezza della prosa non si traduce in superficialità, ma anzi diventa lo strumento ideale per sondare le profondità dell’animo umano con naturalezza e precisione. Le parole di Casati sembrano sbocciare direttamente dai pensieri dei personaggi, quasi fossero flussi di coscienza filtrati dalla sensibilità di un’autrice che conosce bene il terreno emotivo che sta esplorando.

Il tono cinematografico della narrazione — scandito da scene nitide, dialoghi realistici e pause emotive ben calibrate — dona al romanzo un dinamismo che tiene incollati alla pagina. Ma la sua vera forza risiede nella capacità di evocare sensazioni psicologiche complesse attraverso dettagli semplici: uno sguardo sfuggente, un silenzio improvviso, un gesto trattenuto diventano carichi di significato, aprendo squarci nella psiche dei protagonisti.

Le ambientazioni, come il tennis club, il parco Forlanini, i quartieri milanesi, non sono semplici sfondi: diventano spazi mentali, riflessi esterni di ciò che accade dentro Sara e Matteo. Il parco, ad esempio, può essere vissuto come luogo d’evasione, di fuga dalla realtà, ma anche come uno spazio interiore dove i pensieri prendono forma. Lo stile di Casati riesce a connettere mondo interno e mondo esterno con fluidità e coerenza, senza mai perdere il contatto con l’intimità dei suoi personaggi.

Ciò che rende la narrazione davvero potente è la capacità di trasformare le emozioni in immagini, senza mai spiegare troppo, ma lasciando che il lettore intuisca, senta, empatizzi. Casati racconta il batticuore non dicendo “Sara è agitata”, ma restituendoci il tremore della mano, il nodo alla gola, il respiro che cambia ritmo. La paura, l’entusiasmo, il rimorso, l’attesa: ogni stato d’animo viene tratteggiato con una delicatezza psicologica che colpisce per la sua verosimiglianza.

Leggere questo romanzo significa immergersi in una trama di emozioni narrate con onestà. Il lettore entra nel mondo interiore dei personaggi senza filtri, come se stesse spiando pensieri nascosti, esitazioni, desideri inconfessabili. Casati sa che la psicologia non si impone con spiegazioni, ma si insinua nei dettagli: e sono proprio quei dettagli — un sorriso troppo rapido, una risposta ambigua, una bugia non detta — a costruire la complessità del vissuto emotivo dei protagonisti.

In definitiva, lo stile di Casati è un ponte tra la parola e l’anima: parla al cuore con la leggerezza della semplicità e colpisce la mente con la precisione dell’analisi psicologica. Un linguaggio autentico, capace di raccontare storie giovani con maturità, e storie mature con uno sguardo ancora giovane.


Un romanzo che parla ai giovani (e non solo)

Per tutti i giorni che vorrai è molto più di una semplice storia d’amore: è un romanzo di formazione profondo e stratificato, che utilizza la relazione tra i protagonisti come lente per osservare i turbamenti dell’adolescenza, il bisogno di riconoscimento, l’instabilità dell’identità in divenire. L’amore è il motore, sì, ma ciò che guida il lettore è l’esplorazione delle emozioni autentiche, quelle che nascono nei momenti di confusione, di scoperta, di vulnerabilità.

Sara incarna la complessità psicologica di chi si affaccia all’età adulta: un’età in cui si ha fame di tutto, in cui l’amore è assoluto, totalizzante, necessario per definirsi. La sua bugia non è un tradimento, ma una maschera costruita per sopravvivere al disagio di sentirsi ancora “troppo poco”. Attraverso il suo sguardo, il romanzo restituisce con nitidezza il senso di smarrimento tipico degli anni di passaggio, quando si ha paura di non essere all’altezza, di non essere visti, di essere condannati a restare invisibili.

Il libro parla ai giovani perché traduce in parole le emozioni che spesso non sanno esprimere: la vergogna di sentirsi inadeguati, la rabbia per non essere compresi, il desiderio di appartenere a qualcosa o a qualcuno. Ma parla anche agli adulti, e lo fa in modo sottile, toccando corde sopite: ricorda com’era trovarsi per la prima volta davanti all’amore, con le sue contraddizioni, le sue promesse e le sue paure.

Per chi ha vissuto l’adolescenza, questo romanzo è uno specchio retroattivo, uno strumento di empatia con il proprio passato. Per chi è genitore, può essere una chiave per comprendere le emozioni di figli che stanno crescendo. Per chi è giovane, è uno spazio sicuro dove sentirsi raccontati, senza giudizio né filtri.

La riflessione che emerge pagina dopo pagina è esistenziale prima ancora che narrativa: quanto è difficile essere se stessi in un mondo che ci vuole già formati, adulti, pronti? Casati risponde con tenerezza e profondità, offrendo ai suoi personaggi — e ai lettori — il coraggio di mostrarsi imperfetti, sbagliati, veri.


Conclusione

Francesca Casati ci regala una storia intensa e disarmante, che si legge tutta d’un fiato e lascia il segno. Per tutti i giorni che vorrai è un romanzo che scava nel cuore e nella coscienza, con una delicatezza che sorprende e una profondità che commuove. È una narrazione che non ha paura di toccare temi difficili, ma lo fa con la grazia rara di chi sa ascoltare prima ancora di raccontare.

Un’opera da leggere, condividere, custodire. Un invito a non dimenticare chi siamo stati, e a guardare chi sta diventando, ogni giorno, tutti i giorni che vorrà.

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“Ci sono verità che si dicono col tempo, e altre che si custodiscono per sempre nel silenzio di uno sguardo.”

– Davide Cipollini per “Il Libro”

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