
Viaggio nel tunnel del narcisista di Dedy Leone
Un racconto crudo, autentico e necessario sul lato oscuro dell’amore
Recensione a cura di Davide Cipollini
— Davide Cipollini
Ci sono libri che ti accarezzano, altri che ti intrattengono. E poi ci sono libri come questo, che ti feriscono – perché raccontano la verità, senza veli. “Viaggio nel tunnel del narcisista” è un’opera che non si limita a descrivere il dolore: te lo fa vivere, sulla pelle e nella mente. Dedy Leone ha scritto con il sangue e con il coraggio. Il suo racconto è una lama affilata che apre gli occhi sul male invisibile, quello che si annida nelle relazioni più intime, dove l’amore diventa controllo e il silenzio, violenza. È un libro necessario. Non solo per chi ha vissuto l’abuso psicologico, ma per chiunque voglia davvero comprendere cosa significhi perdere se stessi un po’ alla volta, e trovare poi la forza di rinascere. Non si esce indenni da questa lettura, ma si esce più consapevoli. Più umani. E, forse, anche più liberi.
Quando l’amore si trasforma in incubo
“Pensavo di aver trovato l’amore della mia vita, il compagno perfetto per costruire un futuro insieme. Ma quando ho realizzato di essere intrappolata in una relazione tossica con un narcisista patologico, il sogno si è trasformato in un incubo.”
Queste parole non sono solo un inizio. Sono una ferita aperta. Il punto in cui la protagonista – e con lei ogni lettore – inizia a discendere lentamente nel baratro dell’abuso emotivo. Un baratro che non è fatto di urla, di pugni o di ferite visibili. È un abisso silenzioso, fatto di sguardi vuoti, di frasi taglienti pronunciate con un sorriso, di colpe insinuate, di dubbi instillati goccia dopo goccia, finché non inizi a dubitare di te stessa, della tua realtà, del tuo valore.
Nel libro, Dedy Leone racconta senza filtri la progressiva perdita della propria identità. Un giorno ti senti forte, autonoma, piena di vita. Il giorno dopo sei stanca, confusa, svuotata. Ti chiedi quando è cominciato, ma non c’è un momento preciso. Perché il narcisista agisce nell’ombra: ti ama e ti annulla allo stesso tempo, e tu non te ne accorgi, non subito.
La sofferenza invisibile: la mente che crolla, il corpo che parla
L’autrice non descrive semplicemente i fatti. Li fa sentire sulla pelle, nelle ossa, nello stomaco. Racconta cosa vuol dire svegliarsi ogni giorno con l’ansia addosso, non sapere mai che umore troverai davanti. L’amore diventa paura. Ogni gesto è calibrato. Ogni parola pesa come un macigno. Eppure resti. Perché sei convinta – o meglio, sei stata convinta – che la colpa sia tua.
Dedy si ritrova a giustificare le mancanze, le offese, le umiliazioni. A proteggere il suo carnefice, mentre dentro si sgretola. È questa la forma più devastante dell’abuso psicologico: non ti viene imposto con la forza, ma con la manipolazione, con l’illusione, con la trasformazione graduale della tua realtà.
Il corpo comincia a rispondere prima della mente. Insonnia, tachicardia, senso di oppressione. Una tristezza cronica che ti blocca, ti svuota. Fino a sentirti un guscio, una presenza invisibile anche a te stessa.
È il punto in cui la donna non si riconosce più allo specchio.
Dentro la mente di chi subisce
Il dolore non è solo quello del tradimento, dell’umiliazione o del controllo. Il dolore vero è la frattura con se stessi. Dedy Leone lo racconta con una lucidità sconvolgente: la parte più difficile non è scappare da lui, ma ritrovare se stessa.
Perché chi ha subito una relazione tossica con un narcisista non ha solo il cuore spezzato: ha l’identità distrutta.
“Mi sentivo usata, un burattino nelle sue mani. E questa situazione mi spaventava.”
Il controllo del narcisista si fonda sulla dipendenza emotiva. È come una droga: anche quando ti fa male, continui a tornare. Perché in fondo, speri ancora. Speri che torni quello che ti ha incantata all’inizio. Ma quella persona non esisteva. Era solo una maschera.
E quando te ne accorgi, la rabbia, la vergogna e il dolore ti esplodono dentro.
Una voce che rompe il silenzio
Dedy ha avuto il coraggio di dare un nome al male. Di raccontare ciò che molte donne (e uomini) non riescono a esprimere. Perché chi è vittima spesso non trova le parole. Non riesce a spiegare la sofferenza che non si vede, che non lascia lividi sulla pelle ma cicatrici profonde nell’anima.
Questo libro è anche un messaggio potente:
“Non siete sole. Non è colpa vostra. E potete uscirne.”
Un libro da leggere, da sentire, da capire
Il cuore di Viaggio nel tunnel del narcisista è proprio qui: nella trasformazione lenta, subdola e devastante di una relazione che nasce sotto il segno dell’amore e finisce per diventare una prigione psicologica.
Dedy Leone ci porta dentro questa metamorfosi con una narrazione sincera, viva, che ci costringe a fermarci, a sentire, a riflettere.
Il suo racconto comincia con un incontro online. All’inizio c’è tutto ciò che chiunque sogna: comprensione, dolcezza, attenzioni, promesse. Ma è una perfezione costruita ad arte. Il narcisista indossa una maschera. Ti scruta, ti studia, capisce cosa vuoi sentirti dire e te lo dà.
Finché non ti ha in pugno.
Poi, lentamente, tutto cambia. Ed è proprio in questa gradualità che si annida l’orrore più profondo. Il male non esplode, gocciola, si insinua. E quando te ne accorgi, spesso è troppo tardi. Sei dentro.
Manipolazioni emotive
Ogni gesto, ogni parola, ogni reazione viene calcolata per confonderti, metterti in dubbio, farti sentire sbagliata.
Il narcisista ti convince che il problema sei tu. Che sei esagerata. Che sei troppo sensibile. Che hai frainteso.
Ma intanto, senza che tu riesca a difenderti, la tua fiducia in te stessa si sgretola.
Cominci a pensare: “Forse ha ragione lui”.
E più ti colpevolizzi, più diventi vulnerabile. E più sei vulnerabile, più lui ti controlla.
Svalutazione costante
All’inizio ti idealizza. Poi ti smonta.
Ogni tua qualità diventa un difetto.
Ogni tuo successo è ridicolizzato.
Ogni tua emozione è minimizzata.
La svalutazione non è evidente. Non urla. È una battuta velenosa detta con il sorriso. Una frase buttata lì, mentre stai parlando di qualcosa che ti sta a cuore. Un silenzio. Uno sguardo freddo.
Eppure ti colpisce come un pugno.
“Ogni volta che parlavo, sentivo che ciò che dicevo non contava nulla. E alla fine, ho smesso di parlare.”
Isolamento sociale
Un narcisista ha bisogno di una vittima sola. E lo fa con strategia:
Prima crea un legame esclusivo – “Tu sei tutto per me” – e poi inizia a metterti contro gli altri.
Dice che i tuoi amici ti influenzano. Che la tua famiglia non ti capisce. Che lui è l’unico che ti ama davvero.
Così, poco a poco, ti stacca da tutti i tuoi riferimenti, finché non hai più nessuno a cui chiedere aiuto.
E quando ti accorgi di essere isolata, è già tardi.
“Non avevo più confidenze. Non avevo più consigli. Ero sola, e lui lo sapeva.”
Violenza psicologica e revenge porn
La violenza di cui parla Dedy non lascia lividi, ma segna profondamente.
Insulti, umiliazioni, parole tossiche che ti feriscono nel profondo.
E poi la parte più brutale: il sospetto di essere stata drogata e fotografata contro la propria volontà. Il revenge porn.
Una violazione della propria intimità così grave da provocare paura, vergogna, terrore fisico e psichico.
“Avevo paura a mangiare. A bere. A rimanere sola con lui.”
Questo non è solo abuso. È tortura emotiva. Una violenza invisibile, ma devastante.
Abuso economico
Un altro strumento di potere.
Il narcisista ti toglie l’autonomia anche attraverso il denaro.
Ti convince che è meglio che sia lui a gestirlo. Ti chiede sacrifici. Ti fa sentire inadeguata se spendi per te stessa. E intanto sfrutta le tue risorse, le svuota, ti rende dipendente anche materialmente.
Dedy, pur avendo una sua indipendenza, si ritrova gradualmente a dover giustificare ogni spesa. Fino a sentire che nulla le appartiene più, nemmeno la sua libertà.
Controllo sadico e silenzio punitivo
Il controllo è ovunque. Ma il narcisista è abile. Non comanda urlando.
Controlla attraverso il silenzio, l’assenza, la punizione emotiva.
Ti fa il vuoto attorno. Ti nega affetto, attenzioni, parole. Ti ignora.
E lo fa di proposito: per farti desiderare ogni sua briciola, per farti implorare quello che prima ti dava con naturalezza.
“Quando ho smesso di reagire, ha iniziato a scomparire. Voleva punirmi così. Ma io avevo imparato a non alimentarlo più.”
Attraverso la sua voce, Dedy ci accompagna…
…in un viaggio che è al tempo stesso una testimonianza e una rivelazione.
Ci fa vedere – e sentire – come una persona può essere demolita senza mai ricevere uno schiaffo, solo con le parole, con i silenzi, con la manipolazione continua.
Ci racconta cosa vuol dire vivere nell’ansia, nel dubbio, nella paura costante.
Ma soprattutto, ci mostra che si può uscire da tutto questo, anche se a pezzi, anche se con fatica.
Il suo libro è una mano tesa. Una luce accesa in fondo a un tunnel che sembra non avere uscita.mpagna in un viaggio emotivamente complesso, dalla seduzione all’annientamento psicologico, offrendo una visione lucida dei meccanismi della personalità narcisistica patologica.
Perché comprare questo libro
✅ Per riconoscere i segnali dell’abuso psicologico:
Il narcisismo maligno è subdolo, spesso invisibile dall’esterno. Questo libro è una chiave preziosa per identificare dinamiche manipolatorie anche quando si camuffano da affetto o premura.
✅ Per sentirsi meno soli:
Chi vive o ha vissuto una relazione tossica tende a isolarsi per vergogna o paura. Il libro di Dedy Leone restituisce voce, dignità e speranza a chi è stato ridotto al silenzio.
✅ Per comprendere la psicologia del narcisista patologico:
Attraverso esperienze reali e il supporto di un percorso terapeutico, l’autrice ci mostra come agisce il narcisista: quali sono le sue tecniche, i suoi obiettivi, le conseguenze devastanti per la vittima.
✅ Per trovare la forza di uscirne:
Il libro non si ferma all’analisi del dolore. Si conclude con un messaggio potente di resilienza, rinascita e ricostruzione. Un inno alla libertà ritrovata, al valore della terapia, alla forza di dire “basta”.
Un grande valore psicologico e sociale
Viaggio nel tunnel del narcisista non è semplicemente un libro. È un urlo trattenuto troppo a lungo, una mano tesa a chi sta affondando, un riflesso fedele della violenza più invisibile e per questo più subdola: quella psicologica.
Nel racconto di Dedy Leone c’è la cronaca di una distruzione lenta, inesorabile, ma c’è anche qualcosa di ancora più profondo: un’anatomia emotiva del dolore.
La sua voce, a tratti spezzata, a tratti lucida e chirurgica, riesce a raccontare l’impensabile: che il male può avere occhi dolci, mani gentili, e un tono rassicurante.
Che chi ti ferisce può farlo facendo finta di amarti, convincendoti che senza di lui non vali nulla. E che quando ti accorgi di essere stata demolita, non hai più nemmeno la forza di gridare.
Una lettura che apre ferite, ma anche occhi
Dedy ci accompagna nel suo inferno, ma non lo fa da vittima.
Lo fa da sopravvissuta consapevole.
E in questo, il suo libro ha un valore terapeutico e sociale immenso.
La sua esperienza non è isolata. È lo specchio di migliaia di storie soffocate nel silenzio.
Chiunque abbia subito una forma di abuso psicologico si ritroverà nei suoi racconti. Ma ciò che colpisce è la profondità con cui l’autrice analizza la propria psiche, il modo in cui riesce a descrivere il meccanismo interno del trauma, la perdita progressiva dell’identità, e la difficoltà immane di distinguere la realtà dalla manipolazione.
La psiche sotto assedio: la teoria del narcisismo maligno
Il libro si arricchisce anche di un’importantissima cornice teorica: quella elaborata da Erich Fromm, che definì il narcisismo maligno come “la quintessenza del male umano”.
Una definizione che può sembrare estrema, finché non si legge la storia di Dedy.
In quel momento, quelle parole prendono forma:
- Il sadismo emotivo di chi gode nel vedere il tuo dolore.
- La totale mancanza di empatia, che trasforma la relazione in una gabbia fredda e soffocante.
- Il desiderio di dominio, che non ha nulla a che fare con l’amore, ma tutto con il potere.
Il narcisista maligno non vuole solo possederti: vuole cancellarti, lentamente, fino a diventare l’unico specchio in cui puoi vederti. E quando quello specchio riflette un’immagine spezzata, disprezzata, svuotata… allora ha vinto.
“Mi aveva tolto tutto: le forze, il sorriso, la voce. E io non me ne accorgevo nemmeno.”
Il ciclo dell’abuso: idealizzazione, svalutazione, scarto
Dedy non ci racconta solo “cosa è successo”, ma come è successo.
Ci mostra il ciclo perfetto e perverso dell’abuso narcisistico, quello che psicologi e terapeuti descrivono così:
- Idealizzazione: all’inizio sei perfetta. Ti ama, ti desidera, ti fa sentire speciale.
- Svalutazione: poi, lentamente, ti critica, ti fa dubitare, ti colpevolizza.
- Scarto: infine, ti abbandona, ti punisce con il silenzio, ti ignora. E poi… torna.
È una giostra infernale da cui è difficilissimo scendere. Perché ogni volta speri che torni l’uomo dell’inizio. Ma quell’uomo non è mai esistito.
E questa consapevolezza, quando arriva, è una lama che lacera. Ma anche la prima, timida scintilla di libertà.
Il ruolo salvifico della terapia: la dottoressa Chiara
Il libro raggiunge il suo cuore emotivo quando entra in scena la terapeuta, la dottoressa Chiara.
Non è solo un personaggio. È una luce.
Una presenza ferma e umana che prende per mano la Dedy svuotata, esausta, al limite della sopravvivenza emotiva, e le sussurra che può ancora salvarsi.
Che tutto quel dolore ha un nome.
Che il narcisista non è un uomo difficile da amare, ma un carnefice da riconoscere.
La terapia diventa così la vera chiave di volta, non solo per comprendere il disturbo del partner, ma per ricostruire pezzo dopo pezzo la propria identità distrutta.
Per imparare a dire di no, a difendersi, a mettere dei confini.
Per tornare a respirare.
Un invito a non arrendersi
Viaggio nel tunnel del narcisista è un libro che dovrebbe essere nelle mani di tutti. Non solo di chi ha vissuto una relazione tossica, ma anche di chi:
- Ama qualcuno intrappolato in un legame malato, ma non riesce a comprenderlo.
- Lavora con le emozioni, come psicologi, educatori, insegnanti, operatori sociali.
- È giovane, e si affaccia per la prima volta all’amore. Perché prevenire è la forma più potente di protezione.
Leggere questo libro significa vedere l’abuso psicologico da dentro, capire cosa vuol dire essere prigionieri senza catene, e come ci si può spezzare anche se nessuno ti ha mai toccato con violenza.
Conclusione
Con una scrittura toccante, viva, autentica, ma mai autocommiserante, Dedy Leone compie un atto rivoluzionario: trasforma la propria distruzione in coscienza collettiva, il proprio dolore in strumento di salvezza per altri.
Racconta per chi non può.
Scrive per chi non riesce.
Grida per chi è ancora intrappolato nel silenzio.
Questo libro non è solo da leggere. È da ascoltare col cuore, da sentire nella pelle, da portare con sé.
È una fiamma accesa in mezzo al buio.
È la prova che anche nel punto più basso si può ricominciare.
E che la voce di una donna può salvare la vita di molte altre.
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📖 Perché leggerlo può salvare una vita. Forse proprio la tua. O quella di chi ami.